\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Di una personale o quanto meno programmata coscienza letteraria di Leonardo da Vinci sembra improprio parlare. I suoi testi, dis
seminati nelle carte dei codici sotto forma di abbozzi di trattato, notazioni a margine, appunti di letture e meditazioni, sentenze in rima, proverbi, enunciati gnomici, o brani di invenzione fantastica, configurano piuttosto un eterogeneo e personalissi
mo \i corpus\i0 di scritture. Tali scritture in parte assumono funzione di glosse altamente ragionate ma subordinate alla rappresentazione grafica delle sue indagini scientifiche e artistiche, in parte costituiscono documentazione momentanea, fissata pe
r frammenti sulla carta, di un ininterrotto discorso interiore, continuamente volto a illuminanti considerazioni sulla realtα e sul fantastico. Definitosi, con espressione fin troppo esagerata dalla critica ôomo sanza lettereö, Leonardo attinge a una sua
istintiva memoria culturale di maestro dÆarte ma anche alle sue originali intuizioni di indagatore, volutamente solitario, della natura e della macchina. Questo spiega i caratteri salienti della sua scrittura: lÆortografia approssimativa e incoerente, l
Æimpronta vernacolare toscana con tracce di fonetica lombarda, lÆandamento sintattico semplificato, che procede per coordinazioni successive, ma in cui il ripetuto uso di anacoluti testimonia di una tendenza alla brachilogia, insofferente alle mediazioni
del dettato colto e mirante a fissare direttamente e in breve la sostanza del pensato. E se ci≥ rende estraneo Leonardo, ignaro per di pi∙ delle lingue classiche, alla civiltα letteraria dellÆUmanesimo, viceversa ne riconferma la pi∙ ovvia appartenenza
allÆambiente ôilletteratoö degli artisti e dei tecnici. Lo stile asciutto, la propensione allÆenunciato proverbiale e aforistico, che esaltano lÆicasticitα ammonitiva delle sue riflessioni, sono un evidente derivato dal genere della precettistica delle a
rti, che appunto affidava la trasmissione del sapere specialistico ad ammonimenti chiari e precetti brevi, prevalentemente orali, talvolta in forma di proverbio o di prosa rimata, e in cui la paratassi garantiva a un tempo una migliore possibilitα di mem
orizzare e la meticolosa conservazione, secondo la successione prefissata, delle procedure tecniche. Su questo fondo Leonardo innesta la personale dote di un linguaggio fortemente pregnante e lucido nel significare, alimentato, per un verso, da una inesa
uribile curiositα intellettuale e dallÆesperienza concreta, e, per altro verso, esercitato allÆastrazione e allÆenunciazione assiomatica proprie dei trattati di geometria e dei teatri di macchine. Pregnanza del concreto e astrazione mentale sono appunto
due caratteri che conferiscono ai suoi scritti ôletterariö, analogamente ai dipinti, lÆoscuritα polivalente dellÆimmaginario fantastico e la campitura ordinata delle connessioni logiche (come ne \i La caverna\i0 , \i Il mostro marino\i0 , \i Il gigante
\i0 , \i Il sito di Venere\i0 , \i Il diluvio\i0 e \i Al Diodario di Soria\i0 ). SullÆanalogo terreno delle formulazioni brevi ed emblematiche si colloca il gusto di Leonardo per le \i Facezie\i0 , le \i Favole\i0 , gli \i Indovinelli\i0 , le \i Profezie
\i0 e il genere del \i Bestiario\i0 , mutuati dallo stile comico-burlesco o sentenzioso-moraleggiante della letteratura popolare e fantastica del Quattrocento, ma in cui pi∙ marcati persistono, diversamente che nella produzione alta e culta della filolog
ia umanistica, elementi trecenteschi e del tardo enciclopedismo medievale.\par
Di Leonardo scrittore non possediamo nessuna opera veramente compiuta. Il \i Trattato della pittura\i0 Φ compilazione postuma (Bibl. Vat., ms. Urb. lat. 1270, del secolo 16░
) forse del suo allievo F. Melzi, sulla base di brani estratti, con probabili integrazioni e ritocchi, dalle carte leonardiane da lui ereditate. Analogo il caso dellÆopera \i Del moto e misura dellÆacqua\i0 , compilata nel 1643 (Bibl. Vat., ms. Barb. lat
. 4332) dal domenicano Luigi Maria (al secolo \i Francesco\i0 ) Arconati, sulla base dei manoscritti leonardiani posseduti dal padre G. M. Arconati. Della prosa di Leonardo si inizi≥ a parlare nellÆOttocento dopo la riscoperta e pubblicazione sistematica
dei manoscritti. Degli scritti letterari molte sono le raccolte antologiche; dopo le prime, in partic. quelle di J. P. Richter (1883, 3¬ ed. 1970), amplissima ma non pienamente affidabile, e di E. Solmi (1899, 2¬ ed. 1979), altre ne sono seguite di pi∙
sicuro fondamento filologico: G. Fumagalli (1915 e 1939, 2¬ ed. 1952), ma soprattutto A. M. Brizio (1952, 2¬ ed. 1966), e A. Marinoni (1952, 2¬ ed. 1974).\par
\i Gli scritti scientifici di Leonardo\i0 . û Gran parte degli scritti scientifici di Leonardo
Φ scomparsa; quanto rimane Φ costituito da annotazioni non sistematiche, spesso riunite dallÆautore senza nesso logico, anche se lo stesso Leonardo aveva dichiarato di voler dare una disposizione pi∙ ordinata alle sue teorie. La maggior parte dei manosc
ritti di Leonardo che possediamo proviene pi∙ o meno direttamente dal nucleo da lui lasciato in ereditα a F. Melzi e disperso dopo la morte di questo (1570); una parte entr≥ in possesso di P. Leoni, che li smembr≥ formandone poi delle raccolte arbitrarie
. NellÆelenco che segue sono indicati i pi∙ importanti di essi, con la denominazione in uso tra gli studiosi e distinti secondo il luogo in cui sono attualmente custoditi, nonchΘ con lÆindicazione in parentesi della probabile epoca di composizione (poche
essendo le datazioni sicure) e del principale argomento trattato. Parigi, Biblioteca dellÆInstitut de France: codici \i A\i0 (1490-92; argomento vario); \i B\i0 (1487-90; arte militare); \i C\i0 (datato 1490; Φ detto anche \i Codice di luce et ombra
\i0 per lÆargomento prevalente); \i D\i0 (1508; ottica); \i E\i0 (dopo il 1515; geometria, volo degli uccelli); \i F\i0 (datato 1508; idraulica, ottica); \i G\i0 (1510-15; argomento vario); \i H\i0 , composto di tre quaderni (1493-94; miscellaneo);
\i I\i0 , composto di due quaderni (1497-99; miscellaneo); \i K\i0 , composto di tre quaderni (1504-09; miscellaneo); \i L\i0 (1497 e 1502-03; argomento vario); \i M\i0 (1496-97; argomento vario); \i Ashburnham I\i0 e \i Ashburnham II\i0 (giα \i ital.
2037\i0 e \i ital. 2038\i0 della BibliothΦque Nationale di Parigi), composti di fogli strappati da G. Libri rispettivamente dal \i Codice B\i0 e dal \i Codice A\i0 (con i quali quindi condividono lÆepoca di composizione), entrati poi a far parte del
la raccolta di B. Ashburnham, restituiti in seguito alla BibliothΦque Nationale di Parigi e infine da questa passati alla Biblioteca dellÆInstitut de France (il secondo Φ quasi interamente dedicato alla pittura). Torino, Bibl. Reale: \i Codice sul volo d
egli uccelli\i0 (datato 1505). Milano, Bibl. Ambrosiana: \i Codice Atlantico\i0 , cos∞ detto dal formato dei fogli su cui P. Leoni incoll≥ le carte di Leonardo (1473 circa - 1518; miscellaneo); Castello Sforzesco: \i Trivulziano\i0 (1487-90, coevo del
\i Codice B\i0 ; contiene disegni e appunti lessicali). Los Angeles, Armand Hammer Museum: \i Hammer\i0 , fino al 1980 \i Leicester\i0 (1504-06; idraulica). Londra, Victoria and Albert Museum: \i Forster I\i0 , composto di due parti (rispettivamente 150
5 e 1490 circa; stereometria); \i Forster II\i0 , composto di due quaderni (1495-97; argomento vario); \i Forster III\i0 (tra il 1490 e il 1493; argomento vario); British Library: \i Arundel 263\i0 (il nucleo principale datato 1508; miscellaneo); Winds
or Castle, Royal Library: vasta raccolta di disegni e di studi di anatomia; tra questi ultimi si distinguono i \i Fogli A\i0 (1510-11) e i \i Fogli B\i0 (1489 - oltre il 1500), originati da due quaderni di Leonardo. Madrid, Biblioteca Nacional: \i ms.
8936\i0 , noto come \i Madrid II\i0 , composto di due quaderni (rispettivamente datati 1503-05 e 1491-93; argomento vario), e \i ms. 8937\i0 , noto come \i Madrid I\i0 (datato 1493-97; statica, meccanica), lÆuno e lÆaltro per lungo tempo ritenuti smarri
